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Oltre 2 mld richiesti dalle amministrazioni per i progetti del PNRR
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Oltre 2 mld richiesti dalle amministrazioni per i progetti del PNRR

I dati del Dipartimento della Trasformazione Digitale: fondamentale l’uso della piattaforma PA Digitale 2026 e l’utilizzo di progetti standard

Le pubbliche amministrazioni hanno già richiesto oltre due miliardi di euro da investire nei progetti di digitalizzazione previsti dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. È quanto indicano i dati del Dipartimento della Trasformazione Digitale secondo cui la quasi totalità dei Comuni italiani (il 98%) è registrato a PA Digitale 2026, la piattaforma per richiedere i fondi, e il 95% ha fatto application almeno a uno degli avvisi pubblicati. I fondi del PNRR per spingere la digitalizzazione di Comuni, Province, Asl e Aziende ospedaliere, Università. Scuole e istituti di ricerca superano i 6 miliardi di euro: tra i progetti principali, un miliardo è destinato alla migrazione al Cloud, 900 milioni ai data center, oltre 800 milioni per dotarsi di siti internet e servizi digitali che avvicinino il cittadino ai servizi pubblici, 600 milioni per la cybersecurity, quasi altrettanti per PagoPa e Io.

I numeri sulla partecipazione dei Comuni sembrano indicare che le amministrazioni pubbliche siano pronte a raccogliere le opportunità date dai progetti messi e, secondo il Dipartimento, due fattori stanno contribuendo a fare avanzare il percorso: la struttura messa in campo con PA Digitale 2026 costituita non solo dalla piattaforma, testata coinvolgendo le stesse amministrazioni locali, ma anche da un Help Desk che gestisce in media duemila richieste al mese e da un team di supporto sul territorio; l’utilizzo di progetti standard e dei voucher economici predefiniti che “alleggerisce” le amministrazioni dal compito di dover elaborare e approvare programmi ad hoc.
Il secondo step sarà quello più delicato, cioè l’implementazione: una fase delicata perché coinvolge un’altra categoria di soggetti, le aziende fornitrici specializzate nell’information technology. Gli avvisi del PNRR, si fa notare, non prevedono, lato aziende, requisiti aggiuntivi rispetto a quelli necessari in situazioni normali per lavorare con la PA: per i servizi cloud ad esempio occorre aver ottenuto la qualificazione prevista dell’Agenzia per l’Italia Digitale (AgID) finalizzata ad assicurare alle amministrazioni infrastrutture omogenee e di qualità. La novità costituita dai tanti e specifici progetti del PNRR richiede comunque un’attenzione particolare ai rapporti che si stanno creando tra PA e fornitori, siano essi grandi gruppi o PMI. Su questo si sta attivando il Dipartimento della Trasformazione Digitale sia favorendo la collaborazione tra gli attori dei vari progetti sia attraverso il Transformation Office, una rete di 200 esperti che localmente seguiranno le amministrazioni nella fase di realizzazione dei progetti, nella verifica del completamento dei lavori e nell’asseverazione.

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