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“Gaia-X, 2023 anno della crescita: opportunità per aziende e fornitori Ict”
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“Gaia-X, 2023 anno della crescita: opportunità per aziende e fornitori Ict”

Il progetto per federare infrastrutture cloud e dati a livello europeo al terzo anno di sviluppo si apre al mercato. Per le aziende delle diverse industry non è solo una via per proteggere i propri dati ma anche per estrarre valore da essi sfruttando servizi coerenti con le regole europee sui dati. Ma anche i provider dell’universo Ict e cyber potranno proporre servizi “Gaia-X compliant”. Dalle clearing house agli hub extraeuropei, alla compatibilità con il Cloud nazionale, Aniello Gentile, dirigente nell’unità Global Cybersecurity di Enel e membro del board of directors di Gaia-X, fa il punto sullo sviluppo del progetto per DigiTales, newsletter sulla digitalizzazione realizzata da Radiocor Il Sole 24 Ore in collaborazione con Multipartner.

Gaia-X è a metà del suo progetto di sviluppo e si affaccia al mercato con 8 progetti faro, 13 fornitori, oltre 170 servizi erogati

Il piano di Gaia-X è perfettamente in linea con la road map di sviluppo di 5 anni definita nel 2020 che si pone l’obiettivo di far crescere la percentuale del fatturato mondiale delle piattaforme digitali europee dallo scarso 4% del 2020 al 10% nel 2025. Il 2021 è stato l’anno del set up, il 2022 dell’adoption, il 2023 sarà quello della crescita, il 2024  quello dell’espansione e il 2025 quello dello scale-up. Lo scorso novembre, al terzo summit svoltosi a Parigi, hanno partecipato oltre 360 membri, che rappresentano la comunità di Gaia-X a livello mondiale, con 63 aziende italiane che costituiscono il terzo raggruppamento dopo le tedesche e le francesi. In questo summit sono stati presentanti ben 8 progetti pilota in diversi settori strategici (agricoltura, automotive, smart cities, mobilità e turismo, manufacturing, electronics supply chain, infrastruttura servizi cloud).  Questo è la dimostrazione di come Gaia-X si stia un progetto in grado di offrire le sue realizzazioni al mercato.
Come anticipato, il 2023 sarà l’anno della crescita; verranno stabilizzati i mattoni su cui si basa Gaia-X, cioè i servizi di data exchange, i servizi di federazione e i servizi di compliance. Oltre a ciò, è stato individuato un sistema di etichette per definire i livelli di trasparenza, di controllabilità, di portabilità e interoperabilità per tutti i servizi cloud che fanno parte di questo ecosistema digitale. Ogni servizio cloud inserito nel catalogo di Gaia-X dovrà dunque definire e garantire questi livelli di etichettatura. Ma quest’anno si aggiungerà un ulteriore tassello importante.

Quale?

Nel 2023 Gaia-X pensa di mettere a disposizione dei servizi di clearing house; saranno organismi indipendenti che si faranno carico di verificare che i servizi dichiarati “compliant a Gaia-X” lo siano realmente. E’ un’ulteriore garanzia per le aziende utilizzatrici di servizi cloud perché queste clearing house garantiranno che i livelli di trasparenza, controllabilità, portabilità dichiarati dai provider siano effettivamente erogati. Tutto questo per creare un ciclo virtuoso di domanda/offerta di servizi cloud.

Partita con lo slogan di cloud europeo Gaia-X è in realtà un progetto per federare infrastrutture e dati

Gaia-X vuole realizzare un ecosistema di dati e infrastrutture che sia coerente con le regole europee sulla raccolta dei dati. La volontà è quella di creare una struttura federata di hub in grado interoperare tra di loro: stanno nascendo hub in tutta Europa e anche in altri Paesi extra-europei come la Corea, il Giappone e gli Stati Uniti. Sono hub compatibili con le regole di Gaia-X e questo conferma la fiducia in una struttura estremamente e intrinsecamente resiliente perché basata su una logica di federazione di hub. Inoltre, se pensiamo alle supply chain dei diversi settori produttivi, il disporre di hub che rispettino le regole europee e avere fornitori non europei che, by design, rispettino le regole europee è un valore aggiunto decisivo, soprattutto per la resilienza delle supply chain

Quali sono gli altri obiettivi?

Il secondo obiettivo è quello di fare in modo che, una volta raccolti correttamente i dati, il valore che si può estrarre dai dati, sia in termini di produttività sia in competitività sui mercati, vada a vantaggio dei cittadini e delle aziende europee. Terzo e fondamentale obiettivo, recuperare la sovranità digitale europea intesa come capacità di fornire ai cittadini europei una capacità autonoma di completo controllo sui dati memorizzati ed elaborati sulle piattaforme di cloud ed edge computing, assieme alla decisione indipendente su chi debba accedere ad essi e di ‘estrarne’ valore per la economia europea nel suo complesso.

Per le imprese cosa cambia grazie l’utilizzo di servizi Gaia-X?

Ci sono due aspetti. Il primo è la sicurezza. Con Gaia-X le aziende hanno a disposizione servizi e infrastrutture ‘trusted by design’, cioè garantite da regole che rispettano, a livello di progettazione, criteri di trasparenza, controllabilità, portabilità e interoperabilità: in questo modo le aziende utilizzatrici di servizi cloud si assicurano un adeguato livello di protezione dei propri dati e possono decidere chi vi ha accesso. Il secondo aspetto è la possibilità di trarre valore dai dati. Molte aziende utilizzatrici di servizi cloud non sanno di contribuire alla produzione di dati importanti: ad esempio, nel manifacturing, un’azienda che installa servizi di manutenzione predittiva a volte non sa che il fornitore della turbina sta raccogliendo dei dati importantissimi sul funzionamento della sua stessa azienda (per esempio, andamento della produzione) dai quali si potrebbe generare ulteriore valore. C’è un tema quindi di consapevolezza dei dati prodotti e degli strumenti necessari per affrontare la sfida digitale.

E per i fornitori di servizi cloud e Ict?

Si pensi a uno dei progetti pilota, cioè Structura X: è un progetto dove piccole e grandi aziende fornitrici di infrastrutture cloud si impegnano a fornire infrastrutture compatibili con Gaia-X. Se un’azienda è in grado di erogare  servizi compatibili con Gaia-X può proporsi al mercato, mettere nel catalogo il proprio servizio, essere valutata dalle clearing houses e quindi entrare nell’ecosistema di data economy proposto da Gaia-X. Nel summit di Parigi è stato presentato anche un esempio concreto di questa opportunità: un provider di un servizio di data storage ha proposto sul catalogo il suo servizio ed ha soddisfatto le necessità di  un’azienda il cui business è la raccolta di dati da sistemi di edge- computing (’Internet of things’) ed  era alla ricerca di una infrastruttura su cui immagazzinare i dati. Si è creata così, con il supporto dei servizi di federazione di Gaia-X, una relazione di mercato che dà all’azienda cliente tutte le garanzie di Gaia-X attraverso una infrastruttura trusted. Per l’Italia che ha un sistema industriale di Pmi, può essere importante un ecosistema che nasca con l’obiettivo di fare incontrare domanda e offerta con relazioni ad alto livello di trust.

Proprio parlando di Italia, c’è compatibilità tra Gaia-X e il progetto del Cloud nazionale?

Nel momento in cui c’è un progetto di data space a livello nazionale l’interesse  del committente  dovrebbe essere quello di chiedere ai fornitori incaricati di sviluppare questo progetto che questo sia “Gaia-x compliant”;  in questo modo,   quando il data space verrà popolato e dovesse nascere la necessità e la convenienza  di  sviluppare servizi di smart business con il data space europeo, sia possibile farlo. In altri termini, si   farà una valutazione sullo scambio dei dati, dove e con chi farlo, ma sviluppare e progetta un data space che sia “agganciabile” a Gaia-X dovrebbe essere un must per non tagliarsi fuori da opportunità di business nella futura ‘data economy’ europea e mondiale. Pertanto, la possibilità di integrazione nell’ecosistema digitale di Gaia-X dovrebbe essere anche un obiettivo di progetto del Cloud nazionale.

 

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