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Dall’idea al brevetto: quando il processo creativo va blindato
Luglio 2019

Dall’idea al brevetto:

quando il processo creativo va blindato

Idee, intuizioni dal valore inestimabile che viaggiano nell’etere e che qualcuno prima di qualche altro riesce a “catturare” e a farne il fulcro della propria vita lavorativa. Senza fatica, solo passione.

Dalla Germania alla Francia, dall’Austria alla dagli Stati Uniti, dal Giappone alla Cina fino alla Corea è un fiorire di storie di inventori, ricercatori, scienziati, Si sono incontrati tutti a Vienna lo scorso 20 giugno per ricevere i premi dall’Epo European Patent Office, sede che ogni anno riceve migliaia di domande di deposito brevetti e che è testimone di tante scoperte vincenti fatte da ricercatori provenienti da tutto il mondo e delle loro reali ricadute positive sul mercato.

Pharma e Biotech corrono nei brevetti, una Vdr per proteggerli
Il brevetto di un farmaco, di un prodotto o di una tecnologia rappresenta il “tesoro” per un’azienda farmaceutica o biotecnologica, soprattutto in fase di start up, primo passo per ottenere finanziamenti, entrare nel mercato, concludere partnership. Nel 2018, lo dicono le statistiche diffuse dall'European Patent Office, il settore delle tecnologie medicali è stato quello per il quale è arrivato il maggior numero delle domande di brevetto (circa 14 mila, di cui più di un terzo proveniente da aziende statunitensi) mentre i tassi di crescita maggiori rispetto all’anno precedente hanno interessato la farmaceutica e le biotecnologie. In generale, ha dichiarato il presidente dell'European Patent Office, Antonio Campinos, il 2018 è stato un anno "molto positivo" in Europa per l'innovazione con un incremento nelle domande di brevetto di quasi il 5% rispetto all'anno precedente: "i tre campi in cui abbiamo ricevuto il maggior numero di richieste di brevetto sono state le tecnologie medicali, la comunicazione digitale e la tecnologia informatica e tutti e tre hanno registrato aumenti nelle domande". All’EPO aderiscono i 38 Stati europei membri dell’European Office Organisation (organizzazione nata nel 1973 con sede a Monaco di Baviera), tra cui i 28 membri dell’Unione europea,

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Nel 2018 +4,6% domande brevetto complessive in Europa
Sono state 174.317 le patent applications ricevute dall'EPO lo scorso anno, il 4.6% in più di quello precedente, e 127.625 quelli approvati, +21% rispetto a un anno fa. Nelle domande, i settori più vivaci, cioè quelli che hanno mostrato i maggiori tassi di crescita sono stati appunto la farmaceutica (+14% circa) e la biotecnologia (+12%) mentre quello delle tecnologie medicali (strumenti per la diagnosi e il trattamento delle malattie o utilizzati in sala operatoria) ha mostrato un tasso di incremento del 5%. 
Guardando nel medio termine, l'attenzione sul tema dei brevetti è in costante crescita: in base alle statistiche raccolte dall'EPO, rispetto al 2014 il numero di brevetti autorizzati è raddoppiato e le nuove domande aumentano a un ritmo medio annuo del 3.5%. Nei settori del campo medico-sanitario citati, i tassi di incremento nelle domande è superiore a questa media.

In Italia anno meno brillante, bene la farmaceutica
Per quanto riguarda l’Italia, lo scorso anno il numero dei brevetti depositato è rimasto sostanzialmente stabile rispetto al 2017 (+0,9% a 4.399) e mantiene il nostro Paese nella top ten in termini di volume, anche se nel rapporto per il numero di abitanti la posizione è meno brillante (20esima). Quanto ai settori, se la farmaceutica ha mostrato un incremento vicino al 9% nelle domande, le tecnologie mediche sono calate dell’11% rispetto al 2017 perdendo qualche posizione nella graduatoria complessiva che vede la conferma dei brevetti per i trasporti e per l’handling.

Dal brevetto al mercato: “fundraising” e “licensing” out ma protetti
Come detto, il percorso di realizzazione di un prodotto o di una tecnologia e la protezione della proprietà intellettuale da parte di una azienda deve passare dal ricorso a strumenti che ne assicurino la riservatezza assoluta non solo nella fase di R&S, in cui i ricercatori hanno necessità di un “luogo” sicuro ma condivisibile in cui lavorare, ma anche nelle fasi di ricerca degli investitori e di definizione di accordi commerciali.

“Uno scienziato nel suo laboratorio non è soltanto un tecnico, è anche un fanciullo posto di fronte a fenomeni naturali che lo impressionano come un racconto di fate “ Marie Curie.

Processo creativo blindato

Da fanciulli che vivono in mondi incantati a imprenditori consapevoli: ecco come gli scienziati di oggi proteggono le loro idee.
«I miei concorrenti sono aziende miliardarie e io devo tutelare la mia tecnologia, per questo i brevetti sono cruciali». Chiare e pragmatiche le parole della spagnola Margarita Salas Falgueras, ricercatrice all’avanguardia nella genetica molecolare che ha ricevuto dall’EPO a Vienna quest’anno, i premi della giuria popolare e alla carriera.
Le sue dichiarazioni come quelle di tanti suoi colleghi a Vienna, non lasciano dubbi rispetto a quanto sia cresciuta la consapevolezza nel mondo della ricerca che una corretta tutela della proprietà intellettuale possa contribuire ad associare sempre più spesso innovazione e successo commerciale.

Ne sentiamo parlare più facilmente per operazioni di M&A o Quotazioni in Borsa o per supportare i CdA, ma le Virtual Data Room, in quanto strumenti digitali modulari, non si limitano a questo. Le VDR sono le piattaforme tecnologiche che gli addetti ai lavori della farmaceutica e del biotech (ma anche in tutti gli altri comparti dove la proprietà intellettuale è la discriminante decisiva) usano costantemente per condividere informazioni e progetti sui propri brevetti pur mantenendo un controllo elevato sulla diffusione degli stessi. Il fundraising, ad esempio, è uno dei passaggi delicati, soprattutto per una start up, in cui l’idea imprenditoriale e i prodotti di punta, ad esempio di una innovativa azienda biotech, si mettono in mostra per la prima volta a investitori (venture capital, angel investors, ecc) che potrebbero decidere di supportare finanziariamente il progetto. Un altro contesto in cui ricorrere alla Virtual data room è il licensing out cioè il percorso di raccolta degli interessi e di due diligence per quei soggetti che vogliono ottenere la licenza di distribuzione di un prodotto o di una tecnologia in uno o più Paesi. Alcune proprietà chiave della Vdr utilizzata,come il controllo e la sicurezza dei dati, degli accessi e dei documenti, garantiscono la protezione totale dell’intero processo. Dai files crittografati ai documenti filigranati, al sistema interno di comunicazione sicuro, una serie di caratteristiche specifiche delle VDR  possono fare la differenza usate nell’ambito della ricerca. Inoltre la possibilità di tracciare tutte le attività che avvengono all’interno della VDR e la possibilità di gestire e monitorare in modo granulare gli accessi permette di lavorare serenamente condividendo e collaborando con colleghi, in modo assolutamente sicuro e, in questa fase, far nascere le partnership sulle giuste premesse.
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